Dal malaugurato bando di gara per l’appalto del canile di Rovereto, pubblicato in data 22 febbraio 2023, che ci ha volutamente esclusi dalla possibile partecipazione, avevamo deciso di prenderci una pausa di riflessione allo scopo di dosare e soppesare la nostra legittima reazione che, ora, rendiamo pubblica e che vogliamo far conoscere, anzitutto, ai nostri Associati, e, di poi, all’Amministrazione comunale della città della quercia ed a qualunque altro interessato
Sintetizzare 37 anni della nostra storia (ci costituimmo il 15 settembre 1986), è compito improbo e, fors’anche, inutile, ai fini de quibus, anche perché la nostra carta d’identità è nota ed assai conosciuta nell’intero territorio provinciale.
Nel 1989, nell’indifferenza generale, costruimmo a Rovereto, in zona Ai Fiori, il nostro canile, allora l’unica struttura di rifugio e cura per “cani senza collare” esistente sul territorio provinciale, nonostante che l’art. 84 del D.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320, così disponesse: “I comuni devono provvedere al servizio di cattura dei cani e tenere in esercizio un canile per la custodia dei cani catturati e per l’osservanza di quelli sospetti”.
Le leggi son ma chi pon mano ad esse? Si chiedeva Dante già nel ‘300…
Ergo, la legge, obbligava OGNI COMUNE a detto adempimento. Peraltro, NESSUN COMUNE si era fatto carico di rispettare questa prescrizione legislativa. Viviamo in un Paese dove al Cittadino si chiede il rispetto delle norme, ma, dove, la Pubblica Autorità, ritiene, talvolta, di esserne immune (?). Sembrerebbe di sì.
Nel 1992, il Comune di Trento, con utilizzo del Maso Sembenotti, inaugurò la propria struttura di ricovero, affidandocene la gestione.
Ricordo che, immediatamente dopo la nostra realizzazione (badate bene, 1989), il Comune di Rovereto si convenzionò con la nostra Associazione per il ricovero di cani randagi. Altrettanto, fecero molti Comuni della Val Lagarina e parecchi Comuni del Trentino.
Il nostro ricovero di animali, fin d’allora, nacque senza allacciamento alle reti idriche ed elettriche, ubicate piuttosto lontane dalla struttura, senza che avessimo la possibilità finanziaria di sostenere un onere tanto dispendioso al fine di poter beneficiare dell’acqua (il cui rifornimento, a pagamento, veniva effettuato dal corpo dei VV.FF. di Rovereto) e dell’energia elettrica.
EPPURE, dal 1989 fino al 4 novembre 2019, di seguito si comprenderà il riferimento a detta data, tutte le cosiddette Autorità (Comunali, Veterinarie, Polizia locale, NAS, etc.) non avevano ravvisato alcuna manchevolezza sanitaria, strutturale, urbanistica, etc. al rifugio per animali da noi gestito da 30 anni ed utilizzato, tramite convenzione, dallo stesso Comune di Rovereto.
Osservo che il giornaletrentino.it, in data 29 gennaio 2011, così riportava: “Al canile ai Fiori tutto è in regola. Dopo le proteste accorate giunte nei giorni scorsi, con tanto di risposta puntuale del vicepresidente della Protezione Animali di Rovereto, nella struttura che accoglie gli animali hanno fatto “irruzione” i Nas e i Noe (nucleo operativo ecologico). Alla fine del sopralluogo le forze dell’ordine hanno dato il loro benestare circa le condizioni del canile e degli ospiti a quattro zampe”.
Nel tempo le opinioni mutano e, così, si giunge al 4 novembre 2019, in cui il Comune di Rovereto spara …ad alzo zero…contro la struttura ubicata sul suo territorio e non certo nel mare lunare della tranquillità…
Alla data de qua, il dirigente del Comune di Rovereto Luigi Campostrini emette ordinanza tramite la quale “ORDINA all’Associazione PAN EPPAA Onlus, con sede in via Balteri, 2 – 38086 Rovereto, la chiusura del canile gestito dalla stessa in loc. “Ai Fiori” entro e non oltre la data tassativa del 31 dicembre 2019” (quest’ultima data acquisirà un rilievo dirimente ai fini della preclusione alla partecipazione alla gara d’appalto del febbraio di quest’anno).
L’anzidetta ordinanza, con la nota pignoleria amministrativa, dà conto che nel periodo compreso tra il 20 agosto 2016 ed il 6 settembre 2019, il nostro canile fu destinatario di ben 10 ispezioni/sopralluoghi da parte di diverse Autorità (Polizia locale, Dirigente veterinario pubblico, Comando carabinieri – N.A.S., responsabile Ufficio ambiente, APSS, etc.), quasi fossimo diventati un covo di malfattori…
Mai, tanto…indesiderata attenzione, ci fu riservata in 30 di attività!!!
Perché, tutto d’un tratto, eravamo divenuti tanto attenzionati? Fino al 3 novembre 2019, prima indispensabili strumenti operativi del Comune di Rovereto e non solo, poi degli insopportabili reprobi cui fu inibito di accasare cani bisognevoli di ricovero e cura (di fatto, precludendoci di esercitare la nostra storica attività protezionistica).
All’ordinanza citata, di per sé bastevole, quanto immeritata, ne seguì altra dd. 18 settembre 2020, con la quale il TECNICO E DEL TERRITORIO (sic), ancora il Dirigente Luigi Campostrini, ci contestò la realizzazione di abusi edilizi commessi “nel lasso temporale compreso tra gli anni 1993 e 1996” nella realizzazione del nostro canile. Ci chiediamo: perché attendere, rispettivamente, 27 e 24 anni? Non ci si poteva o doveva svegliare prima? Forse qualche omissione in atti d’ufficio ci fu? Abusi edilizi, sia detto per inciso, di cui ha fruito, indirettamente, il Comune di Rovereto, avvalendosi, consapevolmente (?) dei nostri servizi, resi possibili da una realizzazione edilizia effettuata “in assenza di permesso di costruire”.
Sorprendente, vero?
Ma facciamo un passo indietro. Se, come si è visto, è concesso al Comune della quercia, riteniamo che sia consentito anche a noi.
Nel corso del mese di agosto del 2019, ergo, prima dell’emanazione dell’ordinanza che ha posto fine alla nostra attività, fui ripetutamente convocato presso l’amministrazione roveretana per essere sentito dal Dirigente Luigi Campostrini, dal suo collaboratore Emiliano Boschetti, che ebbe a fungere da verbalizzante, e dall’Assessore Plotegher Carlo (?). Ad alcuni di questi incontri ebbe a partecipare il dott. Pierluigi Raffo; era comprensibile intenzione dell’Amministrazione verificare l’astratta possibilità di collaborazione tra PAN – E.P.P.A.A. ed Arcadia Onlus. A questa ipotesi, dichiarammo la nostra disponibilità.
In detti plurimi incontri, finalizzati, probabilmente, a tacitare le nostre reazioni e ad evitare un possibile contenzioso amministrativo avanti al TAR (per l’impugnazione delle due ordinanze cui è stato fatto cenno), ci furono prospettate due possibilità. La prima, quella di gestire “un’area cani” con accesso alla medesima da parte dei cittadini di Rovereto dove far scorrazzare i rispettivi animali, la cui attività di gestione si sarebbe potuta realizzare a breve (espressione inattuabile con i tempi pubblici). La seconda, avente ad oggetto l’ampliamento dell’attuale Parco canile di Rovereto che si sarebbe potuto gestire dalla nostra Associazione con la disponibilità di collaborazione di Arcadia.
Di seguito, riporto alcuni dei messaggi inviatimi dall’ing. Luigi Campostrini, a riprova dei plurimi incontri occorsi:
- 27.09.2019: “Grazie a te per quanto hai fatto negli ultimi 40 anni”
- 28.09.2019: “Grazie mille un ringraziamento particolare”
- 20.12.2019: Carissimo Adriano. Un grande abbraccio. Mi auguro che le procedure poste in essere possano esprimere al meglio l’esclusivo interesse pubblico che voi avete (da sempre) tutelato e garantito. Buone festività Luigi dettato ma non letto
- 26.02.2020: Graxie mille Ora faccio un approfondimento
- 18.12.2020: Ciao. Ho approfondito la questione. Nei prossimi giorni dovremmo approfondire con il privato i confini in quanto dalle verifiche condotte emerge che lo stesso ha occupato il nostro terreno. Prima di approvare in termini definitivi il progetto, peraltro già provato l’anno scorso. Devo chiarire questa aspetti di natura patrimoniale (il messaggio si riferisce al promesso ampliamento del canile che avremmo potuto utilizzare).
Ho riportato TESTUALMENTE quanto sopra, compreso gli errori di battuta.
Più volte, negli incontri dell’agosto 2019, l’ing. L. Campostrini ha espresso incondizionato apprezzamento per la nostra storia e per la nostra attività, evidenziando che non si poteva dimenticare il servizio reso al Comune di Rovereto dato che la nostra Associazione aveva mostrato di svolgere l’“interesse pubblico che voi avete (da sempre) tutelato e garantito”.
Ebbene, come siamo stati ripagati, nonostante che il Sindaco Valduga, più volte incontrato, l’ass. Plotegher Carlo, così come i loro dirigenti apicali, ing. Luigi Campostrini, dott.ssa Festa Simonetta, ed il sig. Emiliano Boschetti, responsabile amministrativo del servizio canile, conoscessero la nostra disponibilità a gestire l’ampliamento del canile comunale, riappropriandoci della nostra funzione protezionistica gestoria?
Con plurime mancate promesse:
- L’area cani non è stata attivata;
- L’ampliamento del parco canile comunale non è stato effettuato;
- Il bando di gara del febbraio di quest’anno per l’appalto di gestione del canile comunale ci ha esclusi dalla possibilità di partecipazione.
Come?
Con questa precisa, voluta prescrizione, forse cucita ad hoc sulla nostra Associazione: “…lo svolgimento per almeno 2 anni consecutivi negli ultimi cinque anni decorrenti dalla pubblicazione del presente bando sulla G.U.U.E. di servizi relativi alla gestione di canili con esito positivo da dimostrare con certificazione rilasciata dal committente pubblico o privato con indicazione del periodo, del compenso e dell’oggetto del servizio svolto”.
Considerato che alla nostra Associazione fu imposta la chiusura del nostro canile entro il 31.12.2019 e tenuto conto che la pubblicazione del bando è avvenuta in data 22 febbraio 2023, noi non potevamo dimostrare la sussistenza del requisito temporale del biennio negli ultimi cinque anni…nonostante che avessimo dato prova di affidabilità gestionale per 30 anni.
GRAZIE…. Comune di Rovereto, di averci impedito di partecipare alla gara d’appalto.
Colgo l’occasione per esprimere un vero e sentito ringraziamento (diverso da quello che precede) alle persone che hanno collaborato nella gestione del canile Ai Fiori (dove, in 30 anni, sono stati ospitati, curati ed affidati a numerose famiglie oltre 9.000 cani) e, in particolare a:
- Moser Cristina Chicca
- Candioli Aldo
- D’Ingiullo Claudio
amici ed insostituibili pilastri del Canile Ai Fiori, scusandomi con tutti gli altri numerosi e preziosi Collaboratori che in un trentennio ci hanno regalato il loro impegno e la loro fiducia.
Il Presidente Adriano Pellegrini