Skip to content Skip to footer

A proposito di

Rubrica su fatti, misfatti, corrispondenza ed opinioni…non sempre condivise.

Un impacciato silenzio che non imbarazza per nulla la politica al governo della Provincia. Vediamo quale e perché.

L’homepage della Provincia autonoma di Trento, Museo delle scienze di Trento – Muse – informa che “Il museo è un ente pubblico non economico, istituito al fine di sviluppare e promuovere la cultura nel campo delle scienze, con particolare attenzione alla storia naturale e al paesaggio montano, alla scienza e all’innovazione al servizio della società e del suo sviluppo attraverso l’effettuazione di ricerca e la realizzazione di attività didattica ed educativa”. 

Nobili disegni e finalità, da condividersi in toto.

Senonché… (lo si capirà dopo). 

Dopo il 6 aprile, giorno della scomparsa di Andrea Papi, per la quale sarebbe auspicabile che un giorno si potesse accedere al contenuto delle prove documentali che comprovano le cause della sua prematura morte, più voci urlate (e scritte) si sono velocemente diffuse, dando sfogo non tanto ad un dibattito, per quanto possibile sereno, consapevole e rispettoso dell’altrui lutto, bensì ad una crociata contro la presenza degli orsi in territorio trentino. Sono trascorsi 5 mesi, da quel giorno infausto, e la campagna preelettorale è stata ed è stucchevolmente monocorde. L’unico tema di confronto è la (presunta) pericolosità degli orsi, secondo taluni noti, che andrebbero rimossi dal nostro ambiente. Invero, il tema politico di discussione si è “arricchito” di un’ulteriore variante, di un elemento di “novità”. Ora, l’orso non è più il solo ad impaurirci, essendosi aggiunto, a turbare le nostre ancestrali paranoie, anche l’innocuo lupo. 

In tutto questo insopportabile bailamme non si potuto evitare di notare, con disappunto, l’irresponsabile afonia del Muse che avrebbe, invece, dovuto, utilizzando il suo sapere scientifico, far conoscere la moderazione tranquillizzante e terza della indubbia cultura biologica, faunistica ed ambientale che, a ragione, gli viene riconosciuta. 

Perché questo atteggiamento? Forse, non bisognava disturbare…il manovratore…

La libertà della conoscenza, verosimilmente, è stata zittita per ragioni di status e di flussi finanziari pubblici?

Non si dimentichi che “dal 2019 il personale del MUSE è passato alle dipendenze della Provincia autonoma di Trento”.

L’assordante silenzio ne è la conseguenza? È una possibile ipotesi. Il tutto, “al servizio della società”. 

Leave a comment